Moran uscì dalla casetta che era appartenuta (e che tuttora apparteneva, dato che nulla faceva pensare che il potente Mago fosse morto) a Frennon. Il vecchio maestro del suo amico Ice Green si era creato un gran bel rifugio, non lussuoso ma estremamente confortevole. Il cottage nel quale il mago viveva, sebbene piccolo, non mancava di comodità. La profonda valle incassata tra i monti degli Altan Tepes, a nord-est di Selenica, ai confini tra Darokin, Karameikos e Ylaruam, era ben esposta al sole e riparata dai venti. La vegetazione era rigogliosa e il clima, probabilmente, mite anche in inverno. Certo, non come quello delle isole delle Perle, ma...
- Al diavolo! -pensò Moran. Quanto tempo sprecato in quelle dannate isole!
Ci avevano messo più di una settimana a raggiungere il remoto atollo al quale conducevano gli indizi raccolti da Ice. Sì, qualcuno lì aveva visto Frennon. O almeno, qualcuno che gli somigliava. Ma la pista si era rivelata un vicolo cieco. O il Mago non era mai stato là, e qualcuno aveva seminato a bella posta in casa sua tracce che conducevano nel remoto arcipelago di Ochalea, oppure...
- Secondo me, Frennon laggiù c'è andato davvero - aveva ipotizzato Efy, il gigantesco guerriero Istardruntiano. - Ma qualcuno o qualcosa l'ha attirato in qulle isole, per farlo uscire dalla valle, scoprire dove si nascondesse e poi seguirlo fin qui per rapirlo.
Già, sembrava ragionevole. Da molti anni Frennon viveva nascosto nella sua valle, protetta da incantesimi potenti, e sopratutto la cui ubicazione era ignota ai molti nemici che, su Mystara e non solo, sarebbero stati ben lieti di sapere dove si era cacciato il vecchio maestro di magia. Un'esca ben scelta lo aveva spinto a lasciare il suo nascondiglio per indagare nelle isole del Sud... e anche loro erano cascati nel tranello, credendo di trovare laggiù indizi sulla sua sparizione e finendo invece con un pugno di mosche in mano. Se non altro il ritorno, grazie all'incantesimo di teletrasporto di Ice Green, era stato rapido.
- E adesso tocca ricominciare da capo, e ormai sono passati dieci giorni da quando Frennon è scomparso. E se nemmeno il suo allievo prediletto è riuscito a trovare qualche traccia, cosa possiamo fare noi? - rimuginò fra sé il Ladro.
In quel momento la sua attenzione fu attirata da Fëaringel, che stava immobile a pochi passi dalla porta d'ingresso, lo sguardo fisso a terra.
- Che c'è, Elfo? - chiese Moran.
- Guarda qui. Proprio davanti alla soglia - rispose Fëaringel.
Il terreno, a osservarlo bene, in quel punto sembrava smosso. L'erba era leggermente chiazzata e a tratti secca, di un colore diverso da quello uniforme e brillante del resto del prato. C'erano voluti gli occhi dell'Elfo per notarlo.
- E prova ad appoggiare il piede. Qui - continuò Fëaringel.
Lo stivale del Ladro affondò facilmente nel terriccio molle. E al di sotto della zolla erbosa, brulicanti, una moltitudine di vermi. Troppi, in qualsiasi posto che non fosse un allevamento di lombrichi.
- Forse abbiamo trovato una traccia - concluse l'Elfo.