The Corran Keepers

Le avventurose imprese di un quartetto di eroi sul mondo fantasy di Mystara.

23.12.07

Danni collaterali

Il Basilisco ha chiuso il suo occhio, il mortale rettile non giungerà mai tanto vicino da morderci. Le gocce del suo veleno sfrecciano per il cielo di Ierendi, delle Cinque Contee, di Darokin, di Glantri. Da sud a nord, per centinaia di miglia, le code di luce si accendono di blu e viola. Per molti secoli i popoli di Mystara ricorderanno questa notte, ed inventeranno storie per descriverla e tramandarla intorno al fuoco dei campi, nella sala dell'Idromele, nelle case povere e fredde per i lunghi inverni, nei palazzi dei re, tra marmi e statue. La storia di oggi, presto diventerà leggenda. La leggenda diventerà, un giorno, mito. Il mito si popolerà di eroi, ed il credito dell'impresa, come al solito, andrà a Dei ed improbabili Titani, ad eroi che staranno là, in fondo in fondo, solo per insegnare agli uomini come comportarsi. La distruzione lasciata da alcuni dei frammenti tramanderà una dura lezione, che cementerà la leggenda. I rapporti stanno già arrivando qui alla Torre, e contengono ciò che speravamo: danni collaterali. Vite stroncate, raccolti distrutti, mandrie incenerite, abitazioni rase al suolo, laghetti evaporati. Quanto dolore stanno causando queste sciagure al mondo dei mortali. Le sopporterebbero meglio se sapessero che quella notte poteva finire tutto? Rocce delle dimensioni di un limone hanno scavato crateri larghi decine di passi, profondi e arroventati. Le componenti minerali hanno avvelenato pozzi e falde. Frammenti più grandi, alcuni quasi quanto una zucca, hanno polverizzato delle fattorie, e si dice che un intero reggimento della cavalleria Ethengariana sia stato sterminato da un pioggia di fuoco divino...hmph! Fuoco divino...
Una torre degli Innocenti di Malapietra, un maniero degli Ambrose vicino Akorros, la villa del Conestabile presso Port Tenobar. Almeno la giustizia divina non ha fatto discriminazioni. Non c'è stato scudo magico in grado di fermarli, i frammenti. L'unico che poteva essere di un qualche aiuto, sia ringraziata la sorte, non lo abbiamo dovuto usare.

Moran, Fëaringel, Hierax, Ashoka, sembrano non essersene accorti. Forse solo Rin Galen ha capito cosa avevo in mente, cosa mi terrorizzava. Guardando le carte e rifacendo i calcoli, mi è sembrato che mi guardasse in modo strano. Non è un astronomo, e forse aveva anche lui altro per la testa, ma mi è parso che facesse apposta finta di non aver capito, per non mettere altro peso sulle nostre spalle.
Mi ha fatto ridere Moran, sul prato di Sybaros, quando finalmente ci siamo rilassati. “Abbiamo finito con nove ore di anticipo”. Tutto contento...Macché nove ore. Abbiamo finito con forse venti minuti di margine. Se avessimo tardato ancora di poco, la pioggia avrebbe colpito anche le latitudini meridionali. Cielo! Il frammento più vicino è caduto su una delle Isole del Nord di Chemoon. C'è mancato poco. Ancora venti minuti e anche Sybaros sarebbe stata colpita. Il nostro scudo, forse, avrebbe retto. Ma se non fosse bastato. Se nemmeno sua Eccellenza fosse riuscito a proteggere la torre? Nessuno aveva mai pensato di difenderla da una cosa tanto assurda come un asteroide. Se fossero crollate le difese, se i sotterranei fossero stati danneggiati. Se i sigilli si fossero indeboliti...Non oso pensarci. Credo che a quel punto avremmo pregato, con tutte le nostre forze, che Gamerah potesse davvero colpirci, e farci fuori tutti, e risparmiarci secoli e secoli di miseria, terrore e morte...


Vergato col sangue da | 23.12.07 12:07