Sono successe troppe cose, ed ho ancora difficoltà a rimettere insieme i pezzi. Tutto quello che so è che stiamo per partire, e la stanchezza, la paura, il dolore delle ferite mi spingono ad avanzare ciecamente, senza farmi troppe domande, grato che qualcuno si prenda cura dei dettagli al posto nostro, per una volta. Le nostre schiene stanno ancora urlando di dolore per le miglia percorse al galoppo, sfuggendo alle linee nemiche. Nelle nostre orecchie sibilano ancora le frecce huleane, anche qui, al sicuro, dentro Sybaros. Sapere di essere nell'unico luogo di Mystara che resterà intatto se noi falliamo è quasi confortante, tanto quanto ci atterrisce sapere di doverlo lasciare tra meno di un ora. Suppongo che questo sia un premio, o almeno così la metterebbe sua Eccellenza se stesse a lui spiegarci la cosa. In un'altra vita, fossimo stati meno capaci e testardi, ci sarebbe stato un altro gruppo a provare a salvarci la pelle. Forse noi saremmo stati impegnati a svuotare il solito sotterraneo muffoso, oppure avremmo avuto una famiglia e saremmo stati preoccupati di non farla finire in mano al Signore dei Nomadi del Deserto. E invece no, ci siamo noi, ancora una volta. Diretti dritti a quel punto di luce purpurea, all'occhio del Basilisco. Abbiamo anche scoperto come si chiama. Gamerah. Me lo ricorderò questo nome, per il resto dei miei giorni. Spero siano tanti, quei giorni, ma potrebbero essere benissimo uno o due al massimo, forse meno.
Sulle scale sempre dritte, nonostante sappiamo di stare girando in tondo lungo il perimetro della torre, si uniscono a noi i membri delle altre squadre. Vedo delle facce familiari, ma non riesco proprio a saltare di gioia. C'è Sithjianka, se non altro. Ci riaccomodiamo nello studio di Nemrodus. I mobili spostati verso i muri, c'è spazio per tutti. Strano, la stanza non sembrava così grande prima. Meglio non chiederselo.
“Ci siamo tutti?” chiede Nemrodus, calmo. E' solo un altro lavoro per lui.
“Si, Maestro. Le tre squadre sono qui”, replica Rahab. Meno serafico del solito, stai a vedere che ha anche un cuore.
“Bene. Le numspah? Come vanno?”
“Ci vorrà ancora meno di un paio d'ore per l'adattamento. Per ora, le armature rispondono bene”, replica uno dei guerrieri di Sybaros. Strano, ha l'aria familiare. Peccato abbia il viso coperto dall'elmo.
“Voi Conti?”
“Eccellenza, le corazze sono perfette. Sembrano una seconda pelle, anche se la cosa è per lo meno inquietante.”
“Lo so. Mi spiace avervelo dovuto imporre. Purtroppo c'è poco tempo, penso in fretta, ed agisco in fretta, e se un istinto di autoconservazione ancora ce l'avete, farete quel che vi dico quando ve lo dico, e tutti vivranno felici e contenti, chiaro?”.
“Chiaro!” è la risposta corale. Un rimprovero non necessario, ma lui è Sua Eccellenza, figurarsi. Comunque il messaggio è chiaro e lampante: comandi tu. Sai che c'è? Meglio così. Sono troppo distrutto per pensare a litigare.
“Ora, osservate l'immagine creata per voi. Questo qui davanti è Gamerah. Un piccolo omaggio ad una creatura leggendaria che condivide molti tratti con questo mostro.”
“È nella stessa lingua delle Sa Shull?” Rahab alza gli occhi al cielo. Beccati questa domanda "scontata", saccentone. Cos'è, sei nervoso per qualcosa?
“Sì, Moran, stessa lingua.”
“E cosa ha in comune quel...coso con Gamerah, la creatura, dico?”
“È lungo trenta chilometri, è duro come ferro e ha la testa fatta di spuntoni di ghiaccio, vola e non vede l'ora di estinguere la vita su Mystara. Chiaro il parallelismo?”
“Cristallino.” Evviva il dono della sintesi! E sempre sia lodato!
“Gamerah sta viaggiando verso Mystara. A questa velocità, mancano esattamente quarantanove ore al punto di non ritorno. Passato quello, anche se lo distruggete non cambia nulla.”
“Cosa è esattamente?”
“Un'isola. Per l'esattezza un frammento di un'isola. Come forse alcuni di voi sapranno, gli attuali abitanti di Alphatia altro non sono che i fuggiaschi di una dimensione, ovvero un piccolo “universo”, altamente magica. A causa di una guerra tra fazioni, del fuoco e dell'aria per l'esattezza, questa dimensione è stata più o meno polverizzata. Tuttavia, le isole di cui era originariamente composta, sono rimaste relativamente intatte. Disabitate, o abitate da fauna ostile o mutata, sono ancora là, con la loro aria respirabile trattenuta dalla magia originaria. Questo, peraltro, è proprio l'indizio che ci serviva per sapere chi c'è dietro.”
“Ovvero?” Sith. Vuole già un bersaglio.
“Ovvero Alphaks, il Demone.” Sith, ci sei rimasto male eh? “Solo un Immortale anziano avrebbe avuto il potere di fare una cosa del genere. E solo Alphaks è tanto pazzo da rischiare l'Ira del Consiglio Anti-Intrusione di Pandius, e solo lui era originariamente di Alphatia, se non addirittura il responsabile del disastro che l'ha distrutta nell'altra dimensione.”
Ma di che ACCIDENTI stai parlando? Vecchio pazzo, qui non siamo mica tutti come te!
“Vedo dalle facce di alcuni di voi che non avete idea di cosa stia parlando. Tanto meglio, vivete benissimo anche senza saperlo. Resta il fatto che un frammento di una di queste 'isole' è stato staccato dalla massa principale. Succede, alle volte. Ma sono fenomeni naturali, e questi frammento di roccia e ghiaccio, noti come comete, sono nativi del vostro universo, e non possono certo spostarsi tra i piani”. Sbaglio, o hai detto "Vostro"? Sarà un lapsus... “Questo frammento, Gamerah, viene dalla Vecchia Alphatia, ed è diretto verso Mystara. A Nord di Darokin, per l'esattezza”
“E se invece cadesse in mare? Non potreste aver sbagliato i calcoli? Avete detto anche voi di aver avuto poco tempo.” Il Capitano dal volto coperto. Rahab alza di nuovo gli occhi al cielo, ed interviene.
“Capitano... dove colpisce quel coso è assolutamente irrilevante. Che caschi in mezzo al deserto o dritto sulla tua zucca vuota, significa comunque l'estinzione del novanta per cento della vita su Mystara. In un paio d'ore, o in un anno, qui sta tutta la differenza a seconda di dove impatta. Il dieci per cento restante, si estinguerà comunque entro un altro anno.”
“Rahab dice il vero. Al momento dell'impatto si scateneranno onde alte più di tre chilometri, che viaggeranno a circa mille chilometri orari, spazzando tutte le coste di Mystara per decine di chilometri fino all'entroterra. I terremoti ed i vulcani scateneranno incendi ovunque, ed i venti impazziranno, spargendo ulteriormente il fuoco. Le ceneri dei vulcani oscureranno il sole, per molti mesi, e questo segnerà la morte di piante ed animali. Inoltre, nessuno sa cosa succederà a tutti i portali ed i cancelli dimensionali permanenti che si trovano su Mystara. L'inferno di fuoco potrebbe benissimo essere invaso dai demoni il giorno dopo l'impatto, e buona fortuna a chi sarà sopravvissuto.”
“Certo, certo, come no, blah blah, mi sembra chiaro che siamo fottuti, se non facciamo nulla. Siccome siamo qui, qualcosa si può fare. Smettetela con la lezione di scienze e diteci che dobbiamo fare, Eccellenza; vorrei almeno poter andare al cesso un ultima volta qui su Mystara prima di fare la pazzia che sicuramente state per spiegarci. Ne ho abbastanza di giocare a 'siamo la squadra più efficiente del mondo' .“
“Fëaringel, come faremmo se non ci fossi tu... E sia, passiamo alle soluzioni. Ecco cosa dovete fare...”