"Che cosa vuol dire che non ci riceverà?"
Fearingel è già un passo avanti, le ombre leggermente più dense intorno a lui. Rahab, più alto di tutta la testa, non ne sembra affatto impressionato. Lo ignora, avanza in mezzo a loro, portandosi verso la porta del Tempio di Pflarr. Per un attimo, il bibliotecario è dentro il cono d'ombra del Dio Sciacallo, del tutto invisibile.
"Vuol dire che sua Eccellenza vi manda i suoi saluti, i complimenti per l'eccellente lavoro svolto, e si aspetta un rapporto scritto sull'accaduto entro sette giorni da oggi. Verrete interrogati da me, nel corso della prossima settimana, alla fortezza di Zonta."
Interrogati... che vuol dire? Che accade? - pensa Moran. Lo spadaccino di Darokin è nervoso; c'è qualcosa che sta cambiando a Sybaros, forse, ma non riesce a capire cosa.
"Ma... non capisco!", protesta Moran. "Perchè?"
Rahab fa calare la risposta dall'alto.
"Perchè, Moran, sua Eccellenza è molto impegnato a interrogare i prigionieri Alphatiani, e ne avrà per un bel po'. Intende prendersi cura PERSONALMENTE di ognuno di loro. Specialmente del capitano Marakaz..."
Rahab si gode l'espressione spiazzata dei quattro, li lascia crogiolare. Osserva il loro viso e nota, impercettibile o quasi, un dettaglio.
"Oh, aspettate! Era, perdonate, è vostra amica? Beh, non avete nulla da temere. Qui a Sybaros non siamo certo dei barbari. Non le sarà torto un capello, se collaborerà. Dopotutto, è stata là sotto più a lungo di voi, e come comandante. Per quanto importanti siano le informazioni che avete da darci, possiamo averne di altrettanto buone da lei, forse anche di migliori... Marakaz è una preda molto preziosa, per Sybaros. Come lei, anche diversi altri personaggi che stavano con voi, e le cui trame, io credo, voi nemmeno sospettavate. Adesso andate. C'è una carrozza che vi porterà alla taverna degli avventurieri pronta qua fuori. Qui abbiamo molto da fare. Restate a disposizione al Corran Keep, per cortesia, e scrivete il rapporto senza risparmiare i dettagli. Ci faremo vivi noi."
La porta si apre senza un cigolo, a dispetto delle sue quattro tonnellate di peso. Molto appropriato per il Dio dei Guardiani a cui è caro il Silenzio.
"Non finisce così, Rahab. Non ve la potete cavare in questo modo. Anche se ci avete salvati non ci potete trattare così. Io..." l'elfo viene interrotto da Ice Green.
"Lascia, Fëaringel. Non ne vale la pena. E poi, non vogliamo certo disturbare il signor Rahab proprio in quest'ora così densa di avvenimenti, giusto?" La voce del mago è calma, controllata, ma c'è risentimento.
"Giusto" gli fa eco Hierax in una sola parola. Il monaco di Khalpen ha molto a cui pensare.
Le parole di Rahab nascondono trappole e indizi, come al solito. Occorre ripensare ad ogni momento vissuto a Haldemar. Ogni parola ed ogni sguardo sospetti, ogni silenzio, ogni spostamento. Dobbiamo capire SE davvero ci è sfuggito qualcosa, e cosa ci è sfuggito - pensa uscendo dal Tempio.
"Sagge parole" dice Rahab. "Ora, arrivederci". La porta si chiude con un leggero sbuffo, nascondendo l'alto bibliotecario alla vista. Fa freddo, è mattina presto; un paio di giardinieri si prendono cura delle siepi nel cortile della Torre, non sono nemmeno le sette. Due guardie in livrea verde e nera li aspettano al cancello. Una scura carrozza dietro di loro è pronta a riportarli a casa.